Elaborazione della fine o del lutto

L‘esperienza del lutto contiene in sè la parola morte. Quando si verifica una perdita la persona sente che una parte di sè non permette la perdita e avverte una sorta di impossibilità di sopravvivenza senza la persona perduta.

Nell’essere umano la sensazione di perdita si collega non solo a questo frangente, ma a moltissime altre situazioni che raramente sono lette con efficacia dalla coscienza. La più frequente perdita che genera grandi problemi di attaccamento riguarda la perdita di un partner, non per morte ma per separazione. La fine di una storia d’amore può creare un forte stato di sofferenza nella persona che si trova disorientata nel mondo e che crede di non poter vivere senza l’amata/o. Oltre al partner esistono altre separazioni che possono essere molto dolorose: da fratelli, amici, soci, ecc
Ma un altro tipo di perdite molto frequenti non sono legate alla morte o alla separazione, ma al cambiamento, esperienze legate al ciclo vitale: tutti i passaggi critici dell’individuo innescano una perdita importante legata alla fase che sta per chiudersi. Cambiare lavoro, abbandonare un progetto di vita, trasferirsi in un’altra città  o in un’altra casa, passare dall’infanzia all’adolescenza o dall’adolescenza all’età adulta sono esperienze che portano con sè il sapore della fine e della perdita.

I sintomi della perdita si possono dividere in due principali categorie: acuti e cronici.
I sintomi acuti riguardano l’elaborazione della perdita quando essa è appena accaduta. Sono un senso di smarrimento, una crisi di tipo esistenziale con perdita del senso dell’esistenza, un appiattirsi e rendersi grigio della vita, un senso struggente di mancanza dell’oggetto perduto: di fatto aleggia la morte. Nostalgia, cordoglio, dolore, sono emozioni molto frequenti quando il lutto è in azione.
Non sempre le persone sono in grado di elaborare e quando non elaborano o lo fanno solo in modo parziale si assiste alla comparsa dei sintomi cronici. L’elaborazione non riesce quando la persona non ritiene di avere le risorse sufficienti per reggere il mondo senza la persona o la cosa perduta. In questo caso il dolore risulta essere talmente forte da mettere in atto dei meccanismi di difesa da esso e il processo profondo di distacco dall’oggetto viene bloccato.

L’elaborazione del lutto consiste in una procedura in fasi che permette di rompere l’equazione: senza quella persona o quella situazione io mi perdo e perdo uno stato magico d’amore e di benessere. Un percorso di terapia può permettere di scoprire che la magia è sempre stata prodotta da noi, con il sostegno dell’altro, grazie all’incontro con l’altro, ma è stata prodotta da noi. Questo può aiutare la persona a riacquisire in sè le proprie potenzialità  e lo stato di benessere perduto.

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